3 cibi da mangiare assolutamente a Philadelphia

Un cibo della tradizione, un panino iconico e la specialità fusion più figa del momento. Tre motivi per fermarsi a mangiare a Philadelphia.

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Philadelphia – soprannominata Philly – è una città interessante, una delle più ricche di storia in Nord America. Qui il 4 luglio 1776 fu firmata la dichiarazione d’indipendenza dal Regno Unito. Indimenticabili le parole “Noi riteniamo che questa verità è per se stessa evidente: tutti gli uomini sono creati eguali”. La campana che convocò i cittadini per la prima lettura della dichiarazione è il simbolo più noto della rivoluzione e tutti gli americani in visita alla città gli rendono omaggio. La Liberty Bell negli anni è poi stato adottato come simbolo sia dai sostenitori dell’abolizione della schiavitù e che dal movimento per l’estensione del voto alle donne.
E poi è la città di Rocky Balboa, di cui si trova una statua in bronzo in pantaloncini e guantoni, proprio vicino alla famosa scalinata su cui frotte di turisti mimano la famosa scena del primo film (fatto anch’io, ovviamente).
Ma Philadelphia ha molto da offrire in termini di cibo e ho sfruttato le mie 24 ore in città per provare alcune cose di cui avevo sentito parlare, e non sono rimasto deluso.
Quando parliamo di cibo ci sono due posti che vengono in mente, lo storico Italian market e il Reading Terminal market.
Il primo è in realtà una via (ci correva Rocky tra bandiere italiane e americane e gente festante) con varie botteghe e bancarelle di cibo in qualche modo a tema italiano. Un paio di macellerie fanno folklore, ma per un italiano (dell’Italia) non sono niente di speciale.
Il Reading Terminal market, invece, è un’istituzione. In questo edificio vicino a una stazione ferroviaria si trova un animatissimo mercato alimentare con infinite opzioni per mangiare qualcosa, in piedi, su sgabelli o tavolini in mezzo al passaggio. Una formula molto diffusa un po’ ovunque (ne ho visto in almeno 6 paesi diversi), ma qui ha una lunga tradizione. Purtroppo, la mia visita è stata lampo e non ho avuto tempo di provare nulla (se solo avessi due stomaci per mangiare tutto!). Sicuramente merita spenderci un po’ di tempo assaggiando cose in giro.

Ma arriviamo al dunque, ecco i tre cibi di Philadelphia che mi sento di raccomandare:

1. PHILLY CHEESESTEAK

Questo era prevedibile. Qualsiasi guida turistica di Philadelphia lo cita come un “must-try”. Effettivamente è un panino con una sua unicità nel panorama americano, tanto da essere sempre associato a Philadelphia quando proposto altrove (l’ho visto in Tennessee e New Jersey ad esempio).
Si tratta di un roll “italiano”, una specie di sfilatino morbido, ripieno di carne di manzo tagliata in piccole fettine e saltata in piastra, con un formaggio a scelta tra cheez whitz, american cheese e provolone e l’opzione con o senza cipolle saltate.
Sembra che i locali siano ossessionati dai turisti che allunghino la coda perché non sanno come ordinare. Fuori dai negozi più conosciuti sono issati perentori cartelli di spiegazioni e ho addirittura visto un video dell’ente del turismo su come fare! In realtà, basta che dici che formaggio scegli e se vuoi le cipolle. Ma c’è una specie di codice. Se vuoi il tuoi cheesesteak con cheez whiz e cipolle dovrai dire “whiz wit”.
I due locali storici  famosi per il cheesestake sono uno di fronte all’altro. Pat’s, considerato l’inventore di questo panino negli anni ’30, ispirandosi alla cucina dell’Abbruzzo (!), e Geno’s. Diciamo che per noi la sosta è stata praticamente obbligata – il nostro alloggio era a 5 minuti a piedi – ma qui ci vengono TUTTI. Prova a cercare su youtube i video di chi confronta i due panini: sono centinaia!
Ho provato per primo il “whiz wit” di Pat. Porzione abbondante, la carne con le cipolle era molto buona, il formaggio liquido ammordiva bene il tutto (sapeva vagamente di cheddar, con un retrogusto un po’ finto), il pane un po’ troppo umido per i miei gusti (non capisco cosa abbia di “italiano”). Non ho sentito il bisogno di aggiungere salse (ci sono ketchup, senape e pereroncini sott’aceto a libero servizio). Nel complesso mi è piaciuto.
Ho dato anche un morso anche al cheesesteak di Geno con il provolone. Il formaggio asciutto (e insipido) rendeva il panino un po’ ostico da mandar giù, la carne buona ma leggermente più dura. Non mi ha fatto impazzire.
In conclusione, se dovete sceglierne uno solo puntate al whiz wit da Pat.
Pat’s king of steaks, 1237 E Passyunk Ave – 11$ (con whiz cheese e cipolle)

2. SOFT BRETZEL

L’immigrazione tedesca in Pennsylvania del XVIII secolo ha portato il bretzel nel nuovo mondo. Philadelphia in particolare ha una grande reputazione per la versione morbida.
Onestamente, non sono mai stato un fan dei bretzel che ho mangiato in Europa. Ma sono impazzito per i soft bretzel, mangiati “caldi caldi” nella più famosa bretzel bakery della città. A dire il vero, ad affacciarsi nel negozio sembrava di essere più in un’officina che in una panetteria. Il forno a nastro, infatti, non dà l’immagine romantica dell’artigiano fornaio e non si vede il prodotto. Ma l’odore è inebriante. Quando ci siamo ritrovati in mano il sacchettone con i bretzel appena sfornati e un vasetto di cheddar per pucciare non mi sono potuto più fermare.
Il bretzel è abbastanza grande, ma non troppo (più piccolo di uno tedesco), la parte esterna è dorata, saporita, leggermente croccante (non gommosa come la versione “classica”) e l’interno morbido. È buono mangiato anche da solo, specie se caldo, ma la salsina d’accompagnamento è la morte sua. Da farsene una scorta permanente in casa.
Center city pretzel, 816 Washington Ave – 3$+tasse* per 3 pezzi
.

3. SUSHI BURRITO

Mashup, fusion, incroci, chiamateli come volete ma il rimescolamento di piatti diversi, magari di culture culinarie agli antipodi, è di gran moda. Non sono attratto del cibo “fighetto” ma il sushi burrito mi intrigava.
Ma cosa diavolo è? Il concetto è abbastanza semplice. Un burrito messicano che invece della tortilla di mais ha l’alga nori e il riso come un rotolino di maki sushi giapponese. E in mezzo un ripieno con cui sbizzarrirsi. Chiaro, no? Essendo una cosa nuova ognuno la interpreta come vuole e ci sono vari locali in giro per l’America ciascun con il suo approccio. Da quanto ho capito ci sono due mondi per il ripieno, uno più simile al burrito classico (con carne e formaggio) e uno più vicino al sushi (con pesce).
A Philadelphia il riferimento èHai Street Kitchen, che ha tre locall e un food truck. Abbiamo visitato quello in Chestnut street. Locale carino, pochi tavolini e un mensolone con sgabelli. Il sushi burrito viene ordinato al banco e preparato al momento (buon segno!).
Il menu propone ricette a base di tonno, gamberi, salmone, granchio e pollo. Ho scelto il Ho-Lee shrimp con aggiunta di avocado. Quando te lo vedi preparare il sushi burrito sembra enorme, ma la porzione è giusta. Mi sono innamorato al primo morso. Il gambero in tempura era squisito. Il resto del ripieno (barbabietole e asian slaw, una versione del cole slaw con un tocco spezie asiatiche) lo rendono estremamente più gustoso di un maki. Se ne avessi uno in città lo mangerei tutte le settimane, cosa che non faccio con il sushi. Ho anche assaggiato il flamin’ tuna, con tonno. Molto buono, anche se ho preferito il mio. Una delle cose più buone che ho mangiato nel mio ultimo giro negli States.
Hai Street Kitchen, 1625 Chestnut St – 10,95$+tasse* (Lee shrimp con avocado)
.
* Negli USA le tasse (circa 6-7%) sono generalmente non incluse nel prezzo esposto

Questo è tutto su Philadelphia! Hai già letto il post sulla musica e il cibo a NASHVILLE?

Quali sono i tuoi cibi preferiti in USA? Sei stato a Philadelphia? Lascia un commento!

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2 Comments

  1. Ho provato sia il Burrito-Sushi che il Philly Steak da pat’s. Spettacolo! In particolare il secondo. Grazie!

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