7 cose che ti perdi se non alloggi da persone del posto quando viaggi

Ci sono cose che in albergo non vivrai mai. Ma se credi che usare gli home-stay o gli airbnb vuol dire stare “a casa” della gente, ti sbagli di grosso. Solo quando ti ospitano non per profitto potrai fare un’esperienza sincera.
Leggi fino in fondo per scoprie come fare.

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1. Cibo fatto in casa

È ovvio. Se vuoi davvero sapere come mangia la gente di un paese a casa, devi andare a casa loro! Non basta il ristorante con scritto “cucina casalinga”. E poi vuoi mettere mettersi intorno al tavolo, (o per terra – mi è capitato ad es. in Vietnam) insieme ai membri della famiglia!

Non dimenticherò mai l’abbondanza del pasto tailandese mangiato a casa di Sky, insieme a sua mamma e altri due viaggiatori: il riso al gelsomino era coltivato dal fratello contadino.

Il mio benvenuto a Varsavia è stato il tartare steak polacco preparato Joanna. Quando ero ospite da Susanto a Sulawesi la sua “tata” cucinava in modo divino, la sua sambal kacangla tipica salsa di arachidi piccante – era una droga!, potevi metterla su qualsiasi cosa e la rendeva deliziosa!

2. Conoscere le usanze del paese

Quando sei in un a casa in cui al gente vive (e non solo la “affitta” come in homestay o airbnb) scopri cose spesso nascoste ai turisti.
In molti paesi in casa si entra solo scalzi. Ai tropici spesso la doccia si fa solo… con il secchio. Dormire per terra a volte non è solo per mancanza di letti. Si mangia con le bacchette, con le mani o con cucchiaio e forchetta insieme! In vari paesi non c’è la carta igenica in bagno, ma una bacinella d’acqua o (in quelle attrezzate) un rubinetto con un tubo.

3. Quartieri non turistici

Gli alberghi sono in genere in centro o vicini a luoghi d’interesse. Certo per il turista la comodità è importante. Ma la quotidianità può essere affascinante.

Ero in ospite a Manadu in Indonesia il giorno della festa nazionale (17 agosto). Mentre tornavo a casa ho trovato una folla di gente per strada che si divertiva con giochi tradizionali – cose che facevano i nostri nonni -, come la corsa nei sacchi. Quando mi hanno visto passare si sono fermati e hanno voluto farmi una foto 🙂

A Edmonton in North Carolina la casa – anzi una villa – in cui eravamo si affacciava su uno swamp, una palude che abbiamo esplorato grazie alle canoe che Mimi e Bob ci hanno prestato.

A Hpa An in Myanmar ho dovuto salito scalini per tre ore per arrivare al monastero buddista sul cuccuzzolo in cui mi hanno ospitato per la notte e da cui ho goduto di un incredibile tramonto.

4. Cucinare

Oltre a mangiare in casa puoi imparare a cucinare piatti locali. In Tailandia ho fatto un corso di cucina, ma non c’è paragone tra il cuoco impostato che insegnava a noi occidentali a pestare la pasta di curry e la signora Pon che tagliava carne e verdure sul suo ceppo di legno, mentre la figlia ed io saltavamo tutto in padella.

Ma c’è un’altra cosa adoro: cucinare un piatto del mio paese per loro. È il mio modo per ringraziare dell’ospitalità e far conoscere un pezzo d’Italia. Per questo ho sempre nello zaino un paio di pacchi di spaghetti.

Ma spesso recuperare gli ingredienti basici è un’impresa. A Sulawesi si trovava la pasta di grano duro (!), ma l’unico formaggio (intendo proprio l’unico) era un un cheddar sintetico e i pomodori erano rinsecchiti. Nonostante i compromessi quando ho visto la gioia di tutti, specie della piccola Rara che a due anni mangiava i suoi primi spaghetti, beh non potete capire la soddisfazione.

 

5. Dritte e consigli di prima mano

Va bene consultare tripadvisor, google o qualche blog come the butterfly hunter, ma i consigli migliori te li daranno sempre in prima persona chi ci vive in un posto.

 

 
 
 
 
 
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Un ristorante spettacolare a Jakarta, i dolci più buoni di Bangkok, il tempio di Batu in Malesia, un passaggio per il vulcano Ijen, il concerto di una ska band giapponese ad Hanoi che suonava la musica di Lupin III e anche come fare una denuncia per furto alla polizia indonesiana sono tra le mille cose che non avrei mai scoperto senza chi mi ha ospitato.

6. Sorprese!

Ci sono cose non programmabili nella vita e nei viaggi! La serendipità… e l’ispirazione di cui parlo in questo blog. Eccone alcune.

A Yogyakarta Tika mi ha portato in una piazza piena di auto a pedale scintillanti nella notte.

 

A Roanoke in Virginia Erin ci ha accolto sul portico suonando il violino in accompagnamento alla sua amica cantautrice Catherine.

A Huay Xai, Katja e Charly mi hanno coinvolto come “visiting professor” italiano nella loro classe di inglese rivolta a laotiani adulti.

7.  Le persone, le persone, le persone

Sono in giro da un po’ ormai, e più passa il tempo e più convinco che il viaggio non riguarda i posti ma le persone. Sono le persone, in carne ed ossa, emozioni e pensieri, gesti e voci a rendere speciali i posti. Anche casa tua. Sì perché quello che ho detto sul farsi ospitare vale in molta parte anche per l’ospitare a casa tua.

Il 2015 era l’anno dell’EXPO a Milano, “il mondo viene nella mia città”, pensavo e ho allora iniziato a ospitare persone (gratuitamente) tramite Couchsurfing. Non potevo immaginare quanto sarebbe stato stupendo.

Ho riscoperto il valore dell’Umanità, dell’empatia, della voglia di condividere. Ho capito che la paura dello sconosciuto, dello straniero, che i politici e i media ci trasmettono, si infrange di fronte alle persone reali. Ho anche capito che la differenza di età e culture tra persone aperte e curiose non è una barriera ma uno stimolo. E così da allora quando posso uso couchsurfing anche in giro per il mondo.

Mi sono fatto un sacco di risate, mangiate, bevute e uscite in buona compagnia. Ho incontrato Telma la fotografa di moda, Ash che ha intrapreso la carriera diplomatica e ama la musica lirica, Maggie che ha affittato casa in Giappone per fare il giro del mondo, Agnieszka professoressa a Cracovia che lotta contro il maschilismo accademico, Top che realizza libri per bambini a Bagkok, Alisa che costruisce con i suoi amici un eco-villaggio in Svezia e Lena, volontaria a Panama.

E tanti tanti altri che semplicemente mi hanno lasciato la cosa che tutti desideriamo ardentemente, in viaggio e a casa: momenti speciali, da vivere e ricordare.

E tu, hai mai usato couchsurfing o alloggiato da persone del posto? Lascia un commento!

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