L’Andalusia è una regione calda e calorosa, con capolavori storici, buon cibo e balli sfrenati.
Vi svelo i segreti per sfruttare al meglio una settimana di vacanza qui.
Dove andare in una settimana
I posti imperdibili del’Andalusia sono Siviglia, Granada e Cordoba. Potrete vedere poco altro in una settimana. Sconsiglio Jerez de la Frontera, a meno che non sia per la Moto GP o siete fanatici dello Sherry e Malaga. Invece, vale la pena una sosta veloce nei cosidetti paesi bianchi.
Il nostro programma è stato:
– Siviglia (3 notti)
– Paesi bianchi (Zahara, Setenil, Ronda, Setenil)
– Granada (2 notti)
– Cordoba (2 notti)
– Jerez de la Frontera
Alcune informazioni pratiche
Trasporti
Abbiamo affittato un auto a noleggio all’aeroporto di Siviglia. L’abbiamo usata per spostarci tra le città. Sul posto ci siamo mossi a piedi. Il parcheggio in centro a Siviglia è complicato, abbiamo lasciato l’auto in una zona libera su Avenida Kansas city.
Alloggio
Le stanze nelle pensioni spagnole sono spesso minuscole. A Siviglia meglio avere un albergo vicino al centro. A Cordoba abbiamo trovato un buon airbnb proprio fuori dalle mura.
Cibo, musica e monumenti
In Andalusia c’è una buona cucina e a prezzi economici. Anche se non si mangia bene dappertutto, vi segnalo i piatti migliori e qualche posto più avanti. Per dissetarmi e rilassarmi dal caldo adoravo bere il tinto de verano (vino rosso con limonata). Il flamenco è un’istituzione, abbiamo visto vari balli in piazza e in generale un clima coinvolgente.
Per evitare code inutili, prenotate con molto anticipo i monumenti più importanti. Solo la Mesquita-Cathedral di Cordoba non è prenotabile.
Quando andare
L’Andalusia è molto calda. L’ideale è andare a inizio primavera o autunno. Siamo stati a fine aprile e di giorno avevamo circa 25 gradi. Granada è più fresca, specie la sera.
1. Siviglia (3 notti)
Siamo atterrati la sera per cui il mio primo ricordo è la frittura di pesce mangiata alla Frieduria de la carne, un take away che fa soprattutto pesce (!) con tavolini fuori. Ottimo il baccalà, un po’ troppo aceto nella paranza, un po’ troppo speziati i bocconcini di pesce. Ma la consiglio (come alternativa c’è la frieduria La Isla).Abbiamo iniziato la visita dirigendoci un po’ a sud fino a una delle piazze più belle che abbia mai visto: plaza d’Espaňa. Una struttura ovale, circondata da un canale e per metà da un edificio barocco, su cui trovi lezioni di flamenco gratuite. Spettacolare.
Se volete spingervi un po’ più a sud andate a plaza de America nel parco di Maria Luisa e prendetevi un drink (un tinto de verano magari).
Uno dei motivi di fascino dell’Andalusia (nome di origine araba) è la presenza di molti luoghi storici del periodo musulmano (VIII-XVI secolo). A Siviglia, risalendo verso il centro si incontra appunto una fortezza arbo andalusa, l’alcazar reale. Spicca all’interno un cortile e un giardino che sono stati set di alcuni episodi di Game of Thrones (per i fan, era Dorne).
In centro le attrazioni sono la torre della Giralda e l’adiacente alla cattedrale, con un’imponente altare dorato e un bel giardino di aranci. A proposito, Siviglia è piena di alberi d’arancio decorativi, in modo simile a come fanno a Sorrento con i limoni.
Se volete fare una colazione non tutistica andate da El Picadero un bar piccolo e scomodo e prendete una tostada de pringa, una specie di michetta tostata con dentro una sorta mix di carte macinata e arrosto aromatizzata alla paprika. Non bella, ma buona.
Per un pranzo veloce potete prendere qualche tapas alla Flor de taranzo, ha un suo fascino un po’ retrò e non si mangia male. Per la cena ci sono vari posti a nord del centro, nel quartiere di Alfalfa, ma non sono riuscito a mangiare dove volevo e sono rimasto deluso dell’alternativa. Invece, ho apprezzato molto La Bartola le cui tapas e rationes – che sarebbero una via di mezzo tra tapa e piatto, ma in genere in Andalusia ti saziano – sono molto buone. Ho apprezzato in particolare i calamaretti (chipirones) alla griglia.
Un posto strano per andare a bere qualcosa è El Garlochí, un cocktail bar con un bel bancone, ma decorato come una chiesa. Molto kitsch!
A nord si trova il quartiere della Macarena, non particolarmente interessante, se non per fare una foto all’arco.
L’unico ballo che sono riuscito a fare in Andalusia
Qualche altro posto da vedere: la torre dell’oro, il palazzo San Telmo (da fuori), la chiesa di Santa Maria Maddalena.Se vi interessa il flamenco, potete andare a vedere uno spettacolo alla casa de la guitarra o la casa del flamenco, sembra siano fatti bene ma per un’esperienza più autentica vi consiglio di andare in un bar nel quartiere di Triana. Dietro la cattedrale troverete facilmente qualcuno che si esibisce per strada.
2. I Paesi bianchi
Partendo la mattina presto da Siviglia alla volta di Granada, ci siamo fermati in alcuni paesi, conosciuti come i pueblos blancos (paesi bianchi – il nome deriva dal colore delle case). Abbiamo impiegato circa otto ore considerando tutte le fermate e il pranzo.Zahara de la sierra è bella vista da lontano, l’interno del paese è carino e da sotto la cittadella c’è una bella vista sulla valle.
Grazalema ha come sola attrattiva la piazza con la chiesa.
Ronda è il più famoso tra questi paesi. L’attrazione è il ponte nuovo che va assolutamente visto da sotto il paese – non è facile capire come, c’è una ripida stradina in pavé dopo il ponte a destra -, peccato solo per l’ecomostro (un hotel) che rovina il quadro. Dalla città si gode invece la vista sulla gola (el tajo) su cui è arrocata la città.
Ronda è anche un’importante centro per la corrida, se volete vedere una plaza de toros in Andalusia consiglio questa.
L’ultima tappa, e la più originale, è stata a Setenil de Las Bodegas un paese letteralmente costruito nel monte. Fermatevi per passeggiata a testa in su.
3. Granada (2 notti)
La città di Granada si trova in altura rispetto al resto della regione, questa la rende un po’ meno calda, specie la sera. Girare a piedi è più faticoso per i continui saliscendi. La grande attrazione è la famosissima Alhambra, la cittadella sito UNESCO che fu l’ultimo baluardo dell’Islam in Spagna (il sultano si arrese nel 1492).
Il complesso è molto grande, ci sono molti edifici e giardini. Tutto è stato ristrutturato, per cui non hanno l’esatto aspetto di una volta, ma è davvero stupendo. Per prima cosa troverete è l’Alcazaba, la zona fortificate difensiva.
Spiccano, poi, i palazzi Nasrid con i bellissimi cortili e stanze che conservano il fascino dell’architettura araba.
Nello stesso tour vi troverete ad attraversare un ponte e trovarvi su un altura di fornte all’Alhamabra, e attraverserete i giardini del Generalife, molto belli anche se non autentici.
Se volete avere la migliore vista sulla città e l’Alhambra e non avete paura della salita (un pezzo si può fare in autobus) andate al belvedere di San Nicolás.
È un po’ affollato, ma dopo potete prendervi uno snack provando dal gelataio sotto la piazza un dolce tipico granadino, il pionono de Santa Fé, un interessante pasticcino con ripieno budinoso.
Granada è famosa anche per i suoi gitani che abitano nelle grotte di Sacromonte. Qui la sera ci sono molti spettacoli di flamenco. Personalmente non siamo andati – è un po’ scomodo da raggiungere – anche perché abbiamo visto una stupenda esibizione all’aperto in plaza nueva.
Tra le altre cose da visitare ci sono la cattedrale, la cappella reale (c’era molta coda e non l’abbiamo visitata). Nei pressi si trova l’alcaiceria – il bazaar – che non è nulla di che.
A Granada ho trovato il mio ristorante preferito in Andalusia, e non solo. Si tratta del Kiosko Las Titas, che ha un bel giardino. Le porzioni sono enormi, per cui prendete solo “raciones” (il plato è tanto anche da dividere in due). Eccezionali i salumi misti de bellota (cioè di suini allevati solo con ghiande), ottimi carciofi e acciughe, buono anche il fritto misto. E poi i prezzi sono onestissimi.
Se volte un po’ di movimento la sera dirigetevi verso plaza de Bib-Rambla.
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4. Córdoba (2 notti)
A Cordoba ce la siamo propria goduta. Siamo caputati nella settimana della Croci di Maggio. La festa si tiene nella prima settimana del mese, ed è caratterizzata da bellissime creazioni floreali su cui troneggia una croce di fiori rossa. C’era un clima festoso per le strade. Abbiamo visto di sera uno spettacolo di flamenco su un palco in plaza de las tendillas e ricordo con gran piacere un crocicchio di persone che ballava spontaneamente fuori un bar vicino a puerta del puente.
Il centro della città è dentro le mura e ben conservato. Le viuzze strette permettone di avere più ombra durante il giorno, un’astuzia molto gradita. Avventuratevi, troverete alcuni scorci molto belli.
La ragione che attira i turisti è la mezquita-cathedral un monumento unico al mondo, una grande moschea al cui interno è stata inglobata una chiesa.
Le arcate delle colonne sono l’elemento più affascinante.
Da non perdere è anche l’alcazar dei re cristiani per il suo bellissimo giardino.
Bello il ponte romano e la porta, meno interessanti secondo me i resti della sinagoga e la chiesa delle grazie.
Il piatto tipico di Cordoba è il samorejo, che rappresenta in Andalusia quello che il gaspacho è per la Catalogna. è una zuppa fredda di pomodori e pane raffermo di colore arancione coperto da uova sode tagliate a spicchi e una dadolata di jamon serrano.
Altra specialità è la mazamorra, ancora una zuppa fredda con aglio, mandorle, mele e uva passa idratata nello sherry. Molto buona anche la seppia tagliata a listarelle (definiti “a forma di churros”) e fritta che ho mangiato a Casa Rubio.
Per un po’ di musica dal vivo vi consiglio qualche locale intorno a plaza de tendrillas, ad es. al Cafè Malaga fanno musica jazz.
Non fatevi sfuggire l’esperienza più goduriosa del viaggio e andate all’Hammam al Andalus (prenotate con largo anticipo) per un massaggio e il bagno nell’hammam. Dal punto di vista architettonico è magnifico e il servizio è ottimo e a buon prezzo, ed è ideale andarci la sera per lavar via la stanchezza.
Bonus. Moto GP a Jerez de la Frontera
Non avevamo previsto uno stop a Jerez, ma per un colpo di fortuna abbiamo ricevuto i pass per il paddock per la Moto GP le cui qualifiche erano proprio il giorno in cui partivamo. Non sono un motociclista, ma è stato divertente vedere i bolidi giarare e ammirare da vicino le Ducati ufficiali da corsa.Un salto nel centro di Jerez (completamente deserto, erano tutti al circuito!), ci ha fatto capire che l’unica attrazione è lo sherry (in spagnolo jerez appunto). Ne ho provati diversi, ma francamente non mi piace.
Questo è tutto sulla mia settimana in Andalusia!
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