Tra Tbilisi e Kazbegi si trovano alcune delle attrazioni più famose della Georgia. Ecco come vederle tutte in un giorno.
Tra i posti immancabili da visitare nel paese ci sono:
- la cattedrale di Mtskheta e il monastero di Jvari, siti UNESCO vicino Tbilisi
- la fortezza di Ananuri, il punto panoramico di Gudauri e la chiesa di Gergeti a Kazbegi (anch’esso sito UNESCO), tutte sulla stessa strada diretta a nord
In genere, servono due giorni per visitarli, sia con i mezzi pubblici (le marshrutky) che ti costringono comunque a tornare a Tbilisi e i tour economici che dedicano una giornata a Kazbegi e una mezza per Mishketa-Jvari (circa 100 lari / 33€ per i due tour).
Come fare avendo un solo giorno a disposizione?
Con un colpo di fortuna! Per caso ho trovato su Couchsurfing un viaggio “fai da te” organizzato da Bella, una ragazza di Kazbegi, che offriva come bonus la cena a casa della mamma. Costa solo 50 lari + 20 la cena (23 € totali) ed è stata la soluzione perfetta.
Ecco la descrizione della giornata.
Partenza da Tbilisi alle ore 8.00 di un martedì d’agosto. Ci siamo trovati in un van in 7 più l’autista georgiano, che parlava solo russo (ma per fortuna con noi c’era un russo che traduceva).
Primo stop a Mtshketa, centro spirituale georgiano già dal IV secolo, per visitare la Cattedrale di Svetitskhoveli sito UNESCO. Alle nove non c’era praticamente nessuno. A parte noi in chiesa c’erano 3-4 persone. Tuttavia in una cappella minuscola sulla sinistra si stava tenendo una messa con una ventina di donne che recitavano, davvero suggestivo.
Dalla chiesa e dalle strade intorno si vede svettare sul monte il monastero di Jvari (purtroppo per le foto, al mattino controsole). Il tour non lo prevedeva ma abbiamo convinto l’autista a portarci fino al monastero. Qui sì c’erano già molti turisti. La vista su Mtskheta e il fiume è molto bella e il monastero, costruito nel VI secolo, con la grande croce sopra l’esagono in ricordo della conversione di Santa Nino (sì, era una donna) è molto venerato.
Dopo un breve e poco interessante sosta sul bacino di Jinvali, la tappa successiva è stata la fortezza di Ananuri. Il parcheggio è zeppo di minivan e ci sono vari banchetti che vendono oggetti per turisti, come i buffi cappelli di lana. Tra l’altro c’è un omino che per 5 lari (1 euro e mezzo) ti fa un set di foto con panciotto e cappello di lana, sciabola e lancia, il tutto a cavallo. La fortezza è interessante, si può salire un po’ ovunque: dalla torre le migliori foto alla chiesa (attenzione poche misure di sicurezza).
Affresco del Giudizio Universale ad Ananuri
Sulla strada di Gudauri ci siamo fermati velocemente in alcuni punti poco visitati. Il punto in cui l’Aragvi bianco e il nero confluiscono mostra lo spettacolo delle acque che non si mescolano. Per chi non ha fretta è possibile fare rafting lungo il fiume. Il panorama di un villaggio (Zemo Mleta) sotto la montagna si ammira da una curva sorvegliata da una minacciosa statua. Con un tour classico e con le mashrutky probabilmente non ci saremmo fermati.
Circa 10 km prima di Gudauri la strada diventa tortuosa e si comincia a sentire la pressione dei tanti TIR, in prevalenza bielorussi. Vi sconsiglio di affittare una macchina per venire qui (anzi evitate di guidare in Georgia, fidatevi). In compenso, sulla strada ci sono colorati banchetti che vendono miele.
Gudauri – stazione sciistica più importante del paese – è un susseguirsui di casoni e la sua attrattiva è il belvedere con il monumento all’amicizia Georgia-Russia, costruito negli anni ’80 (l’amicizia tra i due paesi non è così stretta al giorno d’oggi).
Il monumento ha dei bei murali e la vista è mozzafiato. Qualche avventuroso si cimenta in parapendio e vengono proposti anche tour a cavalli e in quad.
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Someone’s parachuting over my head #parachute #gudauri #monument #georgia #sport #risk
Poco dopo Gudauri sulla strada si incontra una suggestiva fonte d’acqua che inonda una roccia. Anche in questo caso con la marshrutka o un tour più grosso non ci si potrebbe fermare.
Verso le 15.30 siamo giunti a Kazbegi (Stephantsminda in Georgiano), per l’esattezza nel sobborgo di Gergeti, da dove si parte per la chiesa della Santa Trinità che si trova sul cucuzzolo del monte.
Ci sono tre percorsi per arrivare in cima a piedi (per i pigri si può affittare un fuoristrada per 20$). Salendo abbiamo fatto quello più lungo (girando a destra alla fontana), ma che sale in modo più dolce (anche se si sale parecchio!), attraversa un bosco e che ti fa arrivare dal lato più suggestivo della chiesa ma attenzione stanno costruendo una strada per cui alcuni pezzi sono invasi da camion.
Il bivio per la chiesa: a destra dopo la fontana il percorso lungo, dritto quello corto
Al ritorno invece abbiamo fatto quello più corto che passa di fianco a una torre. Ci abbiamo impiegato due ore tra salire e scendere più un po’ di tempo per la visita.
La discesa corta dalla chiesa di Gergeti.
Dal percorso lungo si arriva dal lato più bello e fotogenico della chiesa. L’interno non è diverso da altre chiese georgiane, la cosa più bella è sicuramente il panorama intorno.
La vista sulla chiesa arrivando dal percorso lungo
Alle 18 eravamo a casa di Bella (che non abbiamo mai incontrato!), un’abitazione mezza sgarrupata mezza in costruzione. E così abbiamo inziato la nostra “cena tipica georgiana” preparata dalla mamma. Il menu prevedeva: formaggio (ricorda un po’ il primosale), sottaceti con peperoni, un pkhali di barbabietole ed erbe (la cosa che ho preferito), un ragù di funghi piccante e (udite udite) penne scotte! A seguire il piatto nazionale: il katchapuri, una specie di focaccia al formaggio, preparata calda calda nella versione locale con patate e i khinkali, una specie di ravioli grandi ripieni di carne (NB prossimamente post sul cibo georgiano!).
Verso le 19.30 siamo ripartiti sazi e siamo arrivati a Tbilisi alle 22.15.
Una splendida giornata. Abbiamo trascorso il tempo giusto in ogni posto e sfruttato al meglio il tempo a disposizione. Se avete poco tempo vi invito senz’altro a contattare Bella.
Il gruppo: un coreano, un italiano, due saudite, un russo e due messicani